Il tessuto è una struttura non inerte: filati intrecciati, intrisi di umidità residua e di tensioni accumulate nei processi di filatura e finissaggio. Quando l’asciugatrice soffia aria calda, l’umidità intrappolata negli spazi tra le fibre evapora rapidamente, lasciando che le stesse fibre tornino alla loro lunghezza naturale, più corta di qualche millimetro rispetto a quella fissata sotto tensione in fabbrica. Se l’azione è violenta e il calore elevato, questo rilassamento avviene in modo improvviso, i filati si contraggono e il tessuto, non potendo dilatarsi altrove, si accorcia. Cotone e lana patiscono perché le loro fibre hanno memoria di forma accentuata; poliestere e acrilici resistono meglio, ma se miscelati con fibre naturali ereditano parte del problema.
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Scegliere il programma in funzione del peso e della composizione del carico
Le asciugatrici di ultima generazione offrono programmi “cotone” e “sintetici” con temperature e tempi differenti. Tuttavia, la tessitura di una felpa o di un jeans in denim spesso trattiene più umidità iniziale di una tshirt sottile. Caricare capi molto diversi costringe la sonda di umidità a mediare: quando la maglia è già asciutta, i jeans sono ancora umidi e la macchina prolunga il ciclo, esponendo la maglia a calore superfluo. Dividere carichi per peso e tessuto, asciugando insieme solo capi di grammatura simile, permette alla sonda di dare lo stop nel momento giusto per tutti i pezzi, riducendo l’over-dry che provoca restringimento.
L’importanza del punto di “stiro-umido” e del raffreddamento controllato
Scegliere l’opzione “umido da stiro” o “a stiro facile” interrompe l’asciugatura quando i capi conservano ancora una leggera umidità interna. Questa presenza d’acqua funge da lubrificante molecolare: mentre il tessuto si raffredda all’aria l’umidità fuoriesce lentamente, le fibre si distendono in modo più graduale e mantengono la lunghezza originaria. Subito dopo il ciclo basta distendere i capi su gruccia o piegarli con cura; terminano l’asciugatura nelle ore seguenti senza contrarsi. Il raffreddamento controllato, spesso gli ultimi dieci minuti del programma, abbassa progressivamente la temperatura del tamburo: aprire lo sportello solo dopo questa fase impedisce lo “shock termico” che scatta quando fibre caldissime incontrano aria più fredda, momento in cui si verifica la contrazione repentina.
Pre trattare con ammorbidenti che proteggono la lunghezza delle fibre
Gli ammorbidenti moderni non influiscono solo sulla morbidezza; contengono agenti che riducono la frizione tra fibre durante l’asciugatura. Meno frizione equivale a minore energia meccanica scaricata in forma di restringimento. Utilizzati nelle dosi consigliate, formano un film sottile che, sotto calore moderato, mantiene la catena polimerica più rilassata. È importante evitare eccessi: un film troppo pesante intrappola umidità residua, allunga il tempo di ciclo e, paradossalmente, espone i tessuti a più calore, annullando l’effetto protettivo.
Stirare col vapore gli indumenti che devono comunque passare in asciugatrice
Per pantaloni in gabardine o camicie di puro cotone che si intende asciugare completamente in macchina, una passata preliminare di vapore con ferro a bassa temperatura rilascia parte delle tensioni elastiche dei filati ancora prima che il tamburo entri in funzione. Il tessuto inizia il ciclo già rilassato; il calore successivo non fa che consolidare la lunghezza raggiunta, minimizzando la contrazione ulteriore. In alternativa, usare il ciclo “refresh a vapore” se la macchina ne è dotata: in dieci minuti di nebbia tiepida si ottiene lo stesso risultato senza sgualcire.
Manutenzione dell’asciugatrice per temperature stabili e flusso d’aria uniforme
Un filtro lanugine ostruito costringe la resistenza o la pompa di calore a lavorare più a lungo per assicurare lo stesso flusso d’aria. La temperatura sale di qualche grado oltre il set point e l’umidità fatica a uscire, generando sbalzi termici interni che alimentano il restringimento. Pulire filtro e condensatore dopo ogni ciclo garantisce che l’aria scorra alla temperatura progettata, prevenendo picchi termici. Controllare periodicamente la tenuta delle guarnizioni dello sportello, inoltre, evita infiltrazioni di aria fredda che ingannano la sonda e prolungano inutilmente il ciclo.
Lavare già con acqua tiepida o fredda per ridurre lo “shock termico” complessivo
Quando i capi passano dalla fase di lavaggio a quaranta gradi direttamente al getto caldo dell’asciugatrice, l’aumento di temperatura non è drammatico. Se, viceversa, si lavano a trenta o a freddo, il salto verso i sessanta-settanta gradi di alcuni programmi risulta brusco e le fibre reagiscono accorciandosi. In pratica, scegliere in lavatrice temperature non troppo basse quando si prevede l’asciugatrice attenua la differenza termica complessiva, preservando la misura dei capi.